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Approvate dal Consiglio Comunale le modifiche allo Statuto sulla Partecipazione Popolare



E’ stato interamente riscritto il Titolo III dello Statuto che tratta gli Istituti della Partecipazione Popolare  con l’obiettivo di rendere il cittadino sempre più protagonista della vita amministrativa del proprio Comune,  conferendogli il potere di proporre veri e propri provvedimenti amministrativi o anche di poter abrogare provvedimenti amministrativi.E’ un passo in avanti molto significativo che va anche nella direzione di una maggiore responsabilizzazione del cittadino.

In sintesi:
- Sono stati definiti i titolari dei diritti di partecipazione, estendendo tali diritti anche ai sedicenni e a chi studia o lavora nel comune, anche se privo della cittadinanza italiana. Un’estensione quindi della platea dei titolari di diritti che va oltre al classico corpo elettorale.
- Vengono valorizzate le libere forme associative e del volontariato  quale momento di crescita sociale;
- Viene fissato in maniera più incisiva il ruolo delle consulte che oltre che da rappresentanti di associazioni, possono essere formate da enti, istituzioni, categorie professionali, organizzazioni sindacali e di categoria; esercitano funzioni consultive e di proposta su specifici ambiti dell’attività dell’Amministrazione nei confronti della giunta e del consiglio. Sono istituite, anche su proposta di almeno 5 associazioni, con delibera del Consiglio Comunale che ne specifica le materie di competenza, il numero dei componenti e le modalità di funzionamento.
- Oltre che le istanze e le petizioni e stata prevista anche la possibilità per i cittadini di presentare delle proposte di delibera. Anche qui il regolamento fisserà il numero di firme necessarie e le modalità di presentazione della proposta;
- Vengono previsti i referendum consultivi, propositivi e abrogativi.  Il referendum consultivo e propositivo può essere proposto per iniziativa popolare, su richiesta di almeno il 5% dei titolari dei diritti di partecipazione (quindi compresi i sedicenni).  Il referendum abrogativo può essere proposto per iniziativa popolare, su richiesta di almeno il 10%  degli elettori residenti nel comune (quindi cittadini dai diciotto anni in su).
Per la validità dei referendum non è necessario raggiungere un numero minimo di votanti: è stato introdotto quindi il principio del quorum zero.
Ci sono una serie di materie che sono sottratte a referendum, quali gli atti di elezione, nomina e decadenza, il bilancio e i tributi, la tutela dei diritti delle minoranze e altre.
Per completare questo percorso è necessario ora  approvare il Regolamento per l’attuazione di questi strumenti:  una bozza è già stata presentata in commissione consiliare e sarà portata in breve tempo all'attenzione del Consiglio.